La chiesa fu eretta dagli agostiniani in sostituzione della vicina e
più antica chiesa di San Pietro all’Orto, ormai insufficiente ad
accogliere la popolazione. La costruzione, in stile gotico, fu iniziata
nel 1299 e completata nel secondo decennio del Trecento. La parte
terminale fu invece eseguita tra il 1348 ed il 1351 da maestri senesi.
L’edificio si distingue per la semplicità delle sue forme, che riflettono l’austera regola dell’ordine monastico.
L’interno,
a navata unica, è scandito da sei grandi archi a sesto acuto e termina
in un coro poligonale affiancato da cappelle rettangolari, dove si
aprono grandi finestre ogivali.
La chiesa ospita pregevoli opere
del Cinque e del Seicento; accanto alla Visione di San Guglielmo di
Antonio Nasini (1643-1715), si ricordano le opere dipinte da artisti
senesi e fiorentini, che attestano gli ampi orizzonti culturali e le
disponibilità finanziarie di questa comunità monastica. Ombre
caravaggesche offuscano i quadri del senese Rutilio Manetti (1571-1639),
raffiguranti la Madonna col Bambino e i Santi e la Visitazione della
Madonna a Sant’Elisabetta. L’Annunciazione di Jacopo da Empoli
(1551-1640), del 1614, replica il quadro realizzato dieci anni prima
dall’artista fiorentino per la chiesa di Santa Trinita. Fiorentino era
anche Lorenzo Lippi (1606-1665), cui si deve la Fuga in Egitto.
Sull’altare maggiore era originariamente posta la Maestà di Ambrogio
Lorenzetti, che per questa chiesa, come ricorda il Vasari, eseguì anche
gli affreschi di una cappella, oggi perduti. Sul fianco si erge un
chiostro quattrocentesco, parzialmente demolito nel XIX secolo per
costruire le scuole comunali. Il campanile, risalente al 1527, è stato
innalzato su una preesistente torre della cerchia muraria.